I media sono oggetti complessi da studiare perché sono composti da elementi di natura diversa che costituiscono i contenuti e i loro contenitori, cioè le informazioni e i supporti per trasmetterle. I loro caratteri e il loro funzionamento sono un campo di studio rilevante perché i media assumono un peso sempre piu importante nella struttura e nellevoluzione della società. Incidono infatti sul funzionamento della democrazia e delle istituzioni pubbliche, sulle condizioni di vita e di lavoro degli individui, sulla formazione dellidentità, sullinclusione e la partecipazione sociale di ogni cittadino nella propria comunità di riferimento, sulle diseguaglianze e gli squilibri tra le sue componenti.
Lo studio dei rapporti tra i media e la società ha una lunga tradizione e ha potuto fornire alle forze sociali, alle loro espressioni politiche e allo Stato chiavi di interpretazione e orientamenti per le attività di regolazione e di promozione dello sviluppo. Ma la ricerca in questo campo si trova costantemente di fronte a una spirale costituita dal fatto che il sistema dei media è in continuo mutamento secondo orientamenti e ritmi determinati in prima istanza dallevoluzione dei rapporti sociali (politici, economici, culturali). I media, a loro volta, esercitano uninfluenza crescente sullevoluzione dei rapporti sociali, sui legami sociali di una larga parte di individui, fino a diventarne in molti casi un elemento costitutivo. Una strada per studiare alcuni aspetti rilevanti di questa spirale é offerta dallanalisi delle interazioni tra lindustria dei media, laccesso e il consumo dei suoi prodotti e servizi e lintervento di indirizzo e di regolazione dello Stato e delle Istituzioni pubbliche.
Il termine media si riferisce a un settore di attività costituito da due componenti distinte, che possono essere gestite da soggetti diversi, ma che sono funzionalmente integrate: da una parte si tratta di attività destinate a realizzare contenuti informativi, dallaltra di attività destinate a trasferire i contenuti informativi nel tempo e nello spazio. Al centro della prima componente cè unattività tipicamente immateriale che realizza contenuti vari sia per genere espressivo, sia per complessità intellettuale e creativa, sia per funzione (informare, educare, intrattenere ecc.). La vita di questi prodotti è determinata da due tipi di valore incorporati: quello economico e quello culturale. Al centro della seconda componente cè unattività tipicamente materiale che realizza supporti e reti di trasmissione e di distribuzione. La loro vita è fortemente influenzata dallo sviluppo tecnologico. I supporti e le reti in molti casi svolgono anche altre funzioni economiche che si distinguono dai media (telefonia, video-controllo, tele-rilevamento, ecc.). Le due componenti, il contenuto e il contenitore, hanno caratteristiche economico-produttive e funzioni distinte in costante evoluzione, inoltre si influenzano reciprocamente, ma devono presentarsi in modo da costituire un prodotto/servizio unico nel momento in cui il consumatore intende usarli.
3. Progressivi spiazzamenti dei punti di vista
Il rapporto tra i media e la società, e qualsiasi tentativo di analizzarlo, è reso piu complesso da una serie di fenomeni diventati di prima grandezza nel corso degli ultimi due decenni. Linternazionalizzazione delleconomia, della politica e della cultura spiazza i tradizionali assetti di governo in molti Paesi (Grandinetto e Rullani, 1996; Hirsch, 1995). La crescente mobilità delle persone, dei prodotti e dei capitali spiazza le circoscrizioni tradizionali dei consumi, delle culture, dei territori. Le migrazioni di massa spiazzano i tradizionali strumenti di condivisione, coesione e partecipazione sociale insieme ai fattori identitari di intere collettività (Urry, 2000). Lo spostamento degli equilibri economici verso oriente e il ruolo crescente nelleconomia mondiale di paesi come la Cina e lIndia, spiazzano i tradizionali assetti internazionali dei consumi di materie prime e di energia, della produzione industriale e dei consumi di massa (Rampini, 2006; Weber, 2005). Per i media si apre uno scenario caratterizzato da nuove opportunità e rischi (nuovi mercati, nuovi concorrenti), ma anche da nuove funzioni (multiculturalità, condivisione, identità, cittadinanza, sfera pubblica) e nuovi condizionamenti (censura, dipendenza, controllo) che implicano ulteriori mutamenti. Queste evoluzioni influenzano direttamente non solo le dinamiche interne al campo dei media segnate da processi accelerati di concentrazione, crescita dimensionale, diversificazione multimediale, internazionalizzazione (Croteau e Hoynes, 2001; Herman e McChesney, 1998). Ma anche lattività normativa, di regolazione e di indirizzo sul piano dei singoli Stati e degli organismi internazionali dallUnione Europea allInternational Telecommunication Union, dalla World Trade Organization allUnesco che in questi ultimi anni ha raggiunto nel campo dei media unintensità senza precedenti sia per quanto riguarda i contenitori che i contenuti (Zhenzhi, 2003; Siochru e Girard, 2002).
4. Linterazione tra imprese, individui e istituzioni
Bastano queste tracce a percepire la rinnovata attualità della ricerca sullevoluzione dei rapporti tra il sistema dei media e il sistema sociale e, in particolare dei rapporti tra i processi di produzione, distribuzione e consumo dei media, i processi di riproduzione e di trasformazione dei rapporti sociali e il ruolo dello Stato. Un contributo significativo allanalisi e alla critica di questi rapporti è offerto da quella linea di studi denominata Political Economy of Communication che a partire dagli anni 70 ha occupato un posto di primo piano nel panorama internazionale (Bustamante, 2006; Garnham, 1979; Graham, 2006; Mosco, 1996; Murdock e Golding, 1991) a cui ho potuto contribuire in piu occasioni (tra gli altri: Richeri,1980, 1985, 1986 a, 1986 b, 1987, 1988, 1990, 2004, 2006). La ricerca è principalmente rivolta a tre grandi nuclei problematici che interagiscono costantemente tra loro e che vanno quindi considerati non solo in se stessi, ma il piu possibile nelle loro reciproche influenze.
Il primo nucleo è costituito dal comportamento delle imprese e qui interessa soprattutto studiare levoluzione della struttura proprietaria dei media, le caratteristiche dei mercati in cui operano e il rapporto con le loro scelte produttive e distributive. E infatti importante mettere in luce come lorganizzazione economica agisca sulla creazione e la circolazione dei contenuti, dei loro significati, e sulla formazione delle audience. Il secondo nucleo riguarda le condizioni di accesso e i processi di consumo dei media per mettere in luce quali sono i rapporti di potere che li condizionano, come tali fattori mutino secondo le differenze e le diseguaglianze sociali, come queste condizioni determinino il lavoro di consumo dei contenuti da parte del pubblico (Cesareo, 1978). Il terzo campo riguarda lo Stato e le Istituzioni che svolgono attività di regolazione e sostegno, sia sul fronte delle imprese dei media (contenitori e contenuti), sia sul fronte del pubblico, per capire come garantire linteresse collettivo secondo i principi della democrazia.
A cavallo del nuovo millennio nellindustria dei media hanno assunto unevidenza incontrovertibile quattro grandi tendenze, spesso interconnesse, che stanno cambiando il panorama generale del campo e spostano verso un ambito piu ampio e complesso i punti di riferimento tradizionali della ricerca.
La prima riguarda la dimensione delle imprese. Alla costante crescita del mercato dei media corrisponde una costante crescita delle dimensioni delle imprese attraverso unintensa attività di acquisizioni e fusioni che ha portato alla formazione di alcuni grandi gruppi in grado di esercitare una forte influenza sui mercati interni ai singoli paesi e internazionali. Il fenomeno riscontrabile in tutti i paesi sviluppati ha assunto dimensioni emblematiche negli Stati Uniti a partire dagli anni 90 del secolo scorso aperti dalla fusione di Time Inc. con Warner Communication, costata allepoca 14 miliardi di dollari e chiusi nel 2000 con la fusione tra America on Line e Time Warner, costata 166 miliardi di dollari. Nel decennio sono state impegnate in operazioni di acquisizione e fusione tutti i maggiori gruppi nord americani, europei e giapponesi da Bertelsmann (De) a Newes Corp. (Uk-Usa) da Sony (Jap) a Time Warner (Usa) a Reed International (U.K.), da Viacom (Usa) a Vivendi (Fr), da Walt Disney (Usa) a Hachette (Fr), per citare i nomi piu noti, a cui vanno aggiunte molte decine di altre imprese (Gershon, 2003, Musso, 2000). La crescita è avvenuta attraverso varie forme di integrazione nellambito di una stessa impresa di attività prima svolte da fornitori o clienti (integrazione verticale a monte o a valle) o da concorrenti (integrazione orizzontale) e di attività in altri settori dei media (integrazione trasversale). Cio ha portato alla formazione di imprese che da una parte sono in grado di controllare lintera filiera produttiva e distributiva di un singolo settore dallaltra operano contemporaneamente in vari settori dei media dalleditoria a stampa alla radio, dalla televisione al cinema, dalla musica a Internet con vantaggi rilevanti sul piano delle economie di scala e di scopo e delle sinergie (Doyle, 2002a; Hoskins e altri, 1997; Kunz, 2007). Appartiene a questo fenomeno anche lintegrazione della produzione di contenuti da parte di imprese che operano nel campo dei contenitori. Il caso piu ricorrente è quello delle imprese di telecomunicazione come Telefonica (Sp), British Telecom, Telecom Italia, AT&T (Usa) che hanno integrato attività nel campo radio-televisivo. La crescita dimensionale e lintegrazione multimediale delle attività rafforza la spinta verso i mercati internazionali, già largamente presente in alcuni settori dei media come lindustria discografica e audiovisiva (Aris e Bughin, 2005; Miller e altri, 2001) La tendenza alla globalizzazione è favorita dal contestuale processo che investe piu in genera leconomia e la finanza. A cio si aggiunge la forte spinta, caratteristica dellindustria dei media, dovuta alla concentrazione degli investimenti nei costi fissi, per la produzione dei prototipi, rispetto ai costi variabili (trasmissione e distribuzione), cio che produce una forte pressione sulle attività distributive (Comor, 1994; Albarran E Mierzejewska, 2004). La quarta tendenza riguarda la progressiva concentrazione dei mercati dei media a livello locale, nazionale e internazionale. Si tratta di una tendenza manifesta in quasi tutti i settori dei medias che è stata rilevata in fasi successive in vari contesti nazionali (Doyle, 2002; Compaine e Gomery, 2000; Perrucci e Richeri, 2004). Su scala internazionale i due settori dove la concentrazione ha raggiunto livelli piu evidenti sono lindustria discografica dove circa il 70% del mercato mondiale è controllato da 4 grandi imprese (Warner e Universal statunitensi, Emi inglese, Sony-BMG, giapponese-tedesca) e quello cinematografico dove circa il 65% del mercato mondiale è controllato da un piccolo gruppo di imprese concentrate a Hollywood (Burkart e McCourt, 2006, Miller e altri, 2001, Wasko, 2003).
In questo quadro di profonda evoluzione dellindustria dei media occorre capire come cambiano le forme di controllo sulla produzione, la messa in forma , la diffusione delle informazioni, della conoscenza e della cultura che i media forniscono a livello di massa. Occorre capire come la formazione di grandi gruppi globali trasforma le relazioni internazionali tra i luoghi, i popoli, le culture, il consumo dei media.
6. Strumenti, competenze e uso dei media
La rilevanza sociale dei media è dovuta a vari elementi. Tra i piu evidenti il primo è che a livello di massa la selezione e laccesso alle informazioni, alle conoscenze, allintrattenimento passa attraverso loro. Il secondo è che sono strumenti sempre piu importanti nellorganizzazione dei rapporti sociali e del lavoro. Il terzo riguarda il ruolo che essi hanno nel rapporto tra il cittadino e le Istituzioni pubbliche e tra il consumatore e il mercato. Per accedere ai media sono pero necessari alcuni pre-requisiti che sono distribuiti in modo non uniforme tra le persone, anche nelle società piu avanzate. Almeno in tre casi cio è facilmente constatabile:
a) per poter usare la radio-televisione di un Paese occorre conoscere la lingua nazionale, per poter leggere un giornale oltre a conoscere la lingua parlata occorre essere alfabetizzati, per poter usare Internet come canale di accesso ai media occorre conoscere la lingua, essere alfabetizzati e avere competenze tecniche;
b) per poter usare alcuni dei media occorre la connessione alla rete di trasporto dei contenuti o il possesso dellhadware necessario a estrarli dai loro supporti. Se il cavo coassiale o la fibra ottica, non arriva sotto casa o se la rete hertziana non illumina il luogo dove si abita, laccesso ai contenuti trasmessi o on demand attraverso le reti è escluso. La stessa cosa succede nel caso di dischi e home video se non si ha lhardware adatto;
3) il terzo pre-requisito riguarda le risorse economiche necessaria per la connessione alla rete, per lacquisto dellhardware (parabole, tv, videoregistratore, ecc.) e per comprare i contenuti (pay-tv, media on demand, giornali, libri, dischi, ecc.).
Si tratta di problemi che nei paesi piusfavoriti penalizzano la maggior parte della popolazione, ma che anche nei paesi avanzati non sono stati superati in modo soddisfacente. Una parte minoritaria ma consistente della popolazione in questi paesi, dagli analfabeti di ritorno ai migranti, dalle fasce a basso reddito agli abitanti in aree urbane e rurali povere o marginali ha difficoltà di accesso a una gamma piu o meno ampia di media. Anche qui la distanza tra information rich e information poor tende a crescere se si osserva che sta quasi ovunque crescendo:
. il numero di migranti e non diminuisce quello degli analfabeti di ritorno;
. la fascia sociale considerata povera;
. la parte di programmi di gamma media e alta che dalla diffusione gratuita passano a quella a pagamento (pay tv, media on demand, ecc.),
. il numero di piattaforme, di canali e di supporti (dalla tv digitale alla tv mobile, allIptv, dallI-pod, ecc.) e le opportunità di accesso ai contenuti per chi ha i requisiti e le competenze necessarie escludendo gli altri
Un esempio tra gli altri è costituito dalla dimensione della popolazione che rischia la marginalità o lesclusione dallaccesso ai contenuti informativi, culturali e dintrattenimento via Internet, ovvero il digital divide in una delle aree piu sviluppate al mondo. Secondo i rilevamenti di Eurostat , riferiti alla situazione europea nel 2004:
– il 53% dei residenti nei 25 paesi oggi appartenenti allUnione Europea compresi tra 16 e 74 anni non usa Internet,
-meno della metà (43%) dei residenti ha la connessione a Internet in casa
-il 25% dei giovani tra 16 e 24 anni non usa mai Internet, ma tale percentuale supera la metà (57%) della popolazione compresa nella fascia tra 45 e 54 anni,
-il 75% delle persone con un livello distruzione basso (scuole elementari e medie) non usa Internet
-il 62% degli europei residenti in zone a bassa densità abitativa non usa Internet
La crescita esponenziale dellofferta sul fronte dei media amplifica un altro fattore di divaricazione sociale che dipende dal modo in cui si usano i media per accedere a informazioni, conoscenze, cultura. Il consumo dei media è socialmente condizionato perché comporta unattività o un lavoro di selezione, interpretazione e metabolizzazione basato tra laltro sulle attitudini e le competenze di ciascun individuo (Bourdieu, 1979) che in larga parte sono socialmente determinate. Esso é orientato inoltre dagli stimoli e le opportunità di investire il capitale informativo e culturale acquisito attraverso i media che dipende dallambiente lavorativo e sociale a cui si appartiene.
In tutti i paesi democratici lo Stato, riconoscendo la rilevanza sociale dei media, interviene in vari modi. Lintenzione è di garantire che lindustria dei media sia in condizione di crescere, di competere e di distribuire i suoi prodotti, che lattività delle imprese si svolga nellinteresse pubblico e che rispetti il pluralismo e lindipendenza dellinformazione, che sia garantito laccesso ai media e la libertà dinformazione. Questi obiettivi devono essere costantemente confrontati con levoluzione sul fronte delle imprese e sul fronte della società. Le trasformazioni in atto sollecitano un continuo rinnovamento dellintervento pubblico rispetto alla concentrazione proprietaria e del mercato, rispetto allorigine e la varietà dei contenuti, alle forme di accesso, alla protezione e al sostegno dellindustria.
Di fronte ai processi di concentrazione in atto lo Stato deve rinnovare i propri strumenti di regolazione in particolare su due fronti. Il primo riguarda la proprietà dei media e la sua influenza sui contenuti dal momento che la concentrazione proprietaria puo portare ad abusi nel campo economico e politico. Laltro è la concentrazione del mercato che puo limitare il pluralismo delle informazioni, dei punti di vista, dei generi e delle espressioni culturali. Nella trasformazione del paesaggio mediale cè anche un terzo fronte dellintervento pubblico da considerare. Si tratta delle forme di sostegno diretto o indiretto allindustria dei media (audiovisiva, editoriale quotidiana, periodica e libraria, ecc.) che in molti paesi, soprattutto europei, aiutano e orientano lo sviluppo delle imprese nazionali. Un esempio tra tutti è lattività dellUnione Europea sia sul fronte della regolazione che su quello del sostegno allo sviluppo dellindustria europea dei media. Dal 1989-90 a oggi sia la Direttiva Televisione senza frontiere sia il Programme Media sono stati aggiornati piu volte per corrispondere ai cambiamenti in corso sia allinterno dei singoli Stati sia su scala internazionale. Un quarto tipo dintervento pubblico è quello destinato a migliorare le condizioni di accesso ai media che in vari paesi riguardano in particolare la stampa periodica e libraria, i media audiovisivi e soprattutto le reti distributive e gli apparati di ricezione.
Lintervento dello Stato e i costanti aggiornamenti a cui è soggetto é pero un rilevante terreno di analisi dal momento che per orientarlo occorre un continuo rinnovamento dei punti di vista e dei dati. Inoltre non sempre appare evidente la qualità delle iniziative e lefficacia dei risultati raggiunti. Tra i vari aspetti evocati con maggior frequenza dalla ricerca critica cè il fatto che larga parte degli interventi legislativi si concentra sugli aspetti economici e in particolare sullobiettivo di garantire la concorrenza tra le imprese, con risultati spesso insoddisfacenti. Basta guardare i dati sui tassi di concentrazione nazionali e locali raggiunti in molti paesi dalla carta stampata e dalla radio-televisione e, sul piano internazionale, come si è detto, soprattutto dalla musica registrata e dal cinema.
Le misure destinate al controllo delle concentrazioni, basate sul diritto della concorrenza e il diritto dei media, spesso si rivelano complicate, insufficienti, inefficenti (Meier, 2005). Il processo di internazionalizzazione dei media complica la situazione dal momento che in ogni Paese solo grandi imprese nazionali sono in grado di proteggere il mercato interno dai grandi gruppi internazionali e competere con loro sul mercato internazionale.
Nella tradizione soprattutto europea lo Stato entra anche direttamente nel campo dei media con unattività radiotelevisiva propria volta oggi a ridurre le distorsioni del mercato in un settore che in molti paesi, non solo europei, è considerato rilevante per linteresse collettivo. Il pluralismo, la varietà e la qualità dei contenuti che la televisione pubblica deve garantire istituzionalmente, insieme al servizio universale, sono obiettivi che appaiono sempre piu difficili da perseguire di fronte alla crescita dei costi delle infrastrutture e dei contenuti, alla moltiplicazione delle piattaforme tecnologiche di trasmissione, alla frammentazione del pubblico e alla formazione di potenti imprese televisive private con cui competere per conquistare lattenzione dei telespettatori.
Dal punto di vista europeo la crisi delle imprese radiotelevisive pubbliche è sempre piu evidente. Si tratta di una crisi complessa che riguarda almeno tre aspetti in discussione: la legittimità dellintervento pubblico in questo settore, lidentità distintiva delle radiotelevisioni pubbliche e le forme di finanziamento della loro attività.
La proposta di privatizzare le radiotelevisioni pubbliche riemerge periodicamente in vari paesi, quasi ovunque i loro programmi sono accusati di ricalcare troppo spesso quelli del settore privato guidato esclusivamente da interessi commerciali, i loro costi sono in costante crescita, mentre le fonti di finanziamento sono spesso oggetto di contestazione, sia la pubblicità che il canone. La loro immagine è comunque deteriorata a tal punto da essere rappresentati talvolta come vecchi carrozzoni inefficienti, assoggettati al potere politico, incapaci di rinnovarsi, o addirittura inutili. Anche se, in molti casi, sono ancora al centro del sistema dellinformazione e dellintrattenimento e assorbono grandi risorse economiche sottraendole alle imprese private talvolta piu dinamiche, efficienti e indipendenti da influenze politiche.
Linteresse a riflettere sul ruolo dello Stato nel campo televisivo non deriva solo dalla situazione di crisi del settore pubblico riscontrabile attualmente. La strada verso il tutto digitale che i paesi europei, in modo piu o meno veloce e lineare, hanno imboccato porta a una sostanziale trasformazione del campo televisivo. La moltiplicazione dei canali comporta in ciascun paese da una parte laumento della quantità complessiva di programmi trasmessi, dallaltra una progressiva frammentazione del pubblico su un numero di canali nettamente piu grande dei 5-6 canali nazionali generalisti tradizionali. A questo proposito basti pensare alle case multicanale (multichanel) dove lascolto della televisione pubblica si è sensibilmente ridotto in favore di una molteplicità di canali nazionali e internazionali, piu o meno specializzati, ciascuno dei quali raccoglie frazioni di pubblico molto piu piccole (Richeri, 2004)
La prospettiva con cui le televisioni pubbliche devono confrontarsi e ben sintetizzata in un documento della British Broadcasting Corporation:
The explosion of media choice is causing audience viewing and listening to fragment. People are consuming a wider range of services across a greater range of device. As a result, we are now in a multi-track media society, in which no two peoples media behaviour is the same (BBC, 2004)
Cioha delle conseguenze notevoli in generale sulle funzioni della televisione e, in particolare, su alcuni principi tradizionalmente alla base della televisione pubblica come luniversalità del servizio, linteresse collettivo, il finanziamento obbligatorio da parte di tutte le famiglie televisive, ecc
Il campo da affrontare è assai vasto ed è marcato, come si è visto, da una profonda evoluzione tanto sul piano locale quanto nazionale e internazionale. Per poter cogliere nella sua complessità il fenomeno, le sue radici e le sue prospettive appare sempre piu urgente adottare un approccio multi-focale capace di incrociare lo sguardo delleconomia, della sociologie e della politologia. Lobiettivo ambizioso da raggiungere, oltre il costante aggiornamento della ricerca in ciascun segmento del campo sopra delineato, é di integrarne i risultati specifici in una visione coerente e unitaria per una miglior conoscenza dei rapporti tra industria dei media, società e Stato e le regole che li governano.
La ricerca a questo livello è in grado di fornire le conoscenze necessarie a identificare i problemi emergenti, a indirizzare lintervento dello Stato e degli organismi internazionali verso i preminenti interessi collettivi, a verificare la validità degli strumenti adottati e i risultati di volta in volta ottenuti.
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Artículo extraído del nº 74 de la revista en papel Telos
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